Fashion week Milano settembre 2020
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Fashion week Milano settembre 2020: com’è andata

Ha avuto luogo dal 22 al 28 settembre la Milano Fashion Week, contraddistinta per un doppio scenario: quello fisico e anche quello digitale. Gli elementi più in voga che sono emersi sono stati l’importanza del passato intrecciata però all’intelligenza virtuale del futuro, il simbolismo della casa e anche per i look minimal. Un’edizione che sembra essere uno specchio di tempi, tempi che evidenziano come non sia più il momento di esibizione sfrenata, eccesso e stranezze, ma piuttosto di riflessione. Il 2020 è un anno particolare scandito da ansie, preoccupazioni, chiusure, cancellazioni e oggettive perdite di fatturato per brand piccoli e grandi. Basti pensare che nel primo semestre dell’anno si è registrato un calo del 30% nel settore tessile e tenendo conto che l’Italia generalmente detiene il primato di guadagno (del 40%) in Europa, i livelli raggiunti non sembrerebbero essere rassicuranti.

Milano non è seconda a nessuno

159 appuntamenti. Questi sono stati gli appuntamenti della Fashion Week nel capoluogo lombardo di cui 64 sfilate ( di cui 23 fisiche e 41 digitali) 73 presentazioni (di cui 37 fisiche, 24 digitali, 22 su prenotazione) e infine 22 eventi in forma ristretta. Hanno scelto di sfilare in forma fisica nomi come Dolce & Gabbana, Etro, Fendi, Max Mara, Ferragamo, Versace, Valentino, Alberta Ferretti, mentre Ermanno Scervino, Luisa Beccaria e Marni hanno scelto di presentare i loro lavori con progetti digitali. Un’edizione ibrida, in cui ha prevalso la sperimentazione delle piattaforme online e dei social media (in prima linea Tik Tok) per avere un’interazione diretta con un pubblico dinamico, giovane, ormai sempre più avvezzo ai mezzi digitali. Secondo il Presidente Carlo Capasa, il digitale si è ormai guadagnato un posto importante nella storia della Fashion Week e difficilmente si potrà tornare indietro.

Il futuro passa dal digitale

16 milioni di utenti registrati a luglio 2020 con la prima Milano Digital Fashion Week. Questi i numeri che di sicuro non possono passare inosservati. Un numero che sicuramente nel campo nessuno vuol farsi scappare e tale da far pensare che non se ne potrà più fare a meno. Mostrare sfilate digitali sarà indispensabile anche quando sarà possibile realizzare eventi fisici con difficoltà di sicuro minore. Andiamo a vedere quali sono state le passerelle che non dimenticheremo.

GCDS

In una Fashion Week moderna che celebra le potenzialità dei supporti virtuali, la sfilata GCDS sembra essere l’emblema di questo rinnovamento. Giovedì 24 settembre è andata in scena la sfilata del brand di Giordano e Giuliano Calza, dando vita al primo fashion arcade: un videogame in 3D realizzato in collaborazione con gli ingegneri USA di Emblematic group, l’hacker creativo Thomas Webb, il regista digitale Jeron Brexton e la colonna sonora di DARDUST. I capi sono stati disegnati e realizzati in versione cartamodello e poi digitalizzati con la tecnica ”mesh”, capace di dare una resa virtuale ai pesi dei tessuti, ai riflessi e ai movimenti.

Valentino

Valentino ritorna in Italia e porta per la prima volta la sua sfilata a Milano anziché a Parigi, scegliendo come location una fabbrica dismessa e invasa dai fiori. In passerella né modelle né modelli, ma bensì persone prese dalla strada, ognuna con la sua fisicità e individualità, per incarnare il “romanticismo radicale” della collezione.

Giorgio Armani

L’appuntamento della collezione Giorgio Armani uomo-donna per la P/E 21 comincia con una narrazione. Si tratta di venti minuti intitolati “Pensieri senza tempo” (“Timeless Toughts”), che racchiudono lo stile e la vita del designer. La voce di Pierfrancesco Favino accompagna un documentario, curato da Armani stesso, in cui troviamo i suoi 45 anni di lavoro, le sue radici, la gratitudine per la città di Milano che lo ha accolto, celebrato e valorizzato. Inizia in questo modo il suo show, per la primissima volta andato in onda sulla tv nazionale (più precisamente su La7) dove il grande pubblico ha potuto seguire con emozione la presentazione dei capi in passerella.

Versace

Nel terzo giorno della Fashion Week, in una festa di colori avvenuta a porte chiuse, a trionfare è Versace, che per la sua  sfilata ci si immerge nella profondità degli abissi marini all’interno della immaginaria città di “Versacepolis”. Dunque è in fondo al mare, in mezzo alle rovine greco-romane, che si svolge lo show, uno show dove gli abiti futuristici dai colori optical creano uno straniante contrasto con la location.

Fendi

Un pacco di italianissima pasta Rummo personalizzata con la lettera “F”, insieme ad alcune foto di famiglia, per rendere l’idea di casa: ecco come la maison Fendi invita i suoi ospiti alla Fashion Week, chiarificando da subito il tema familiare alla base della sfilata. Quella portata in passerella da Silvia Venturini Fendi è un’eleganza sofisticata dal gusto rétro, in città come in spiaggia. Si attinge molto al passato, alle radici familiari, a una sorta di dialogo tra le generazioni reso possibile e amplificato dall’esperienza traumatica del lockdown.

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